CHIESA PARROCCHIALE DI SANTO STEFANO. Arcidiocesi di Genova
NOTIZIE STORICHE E RICORDI TRAMANDATI
Il titolo la suppone antichissima, forse del VI-VII secolo. Partiamo dal lontano 1188, quando la chiesa di Santo Stefano era monastica dipendente da San Remigio di Parodi. Il 22 marzo 1192 si ha testimonianza della suddetta chiesa come “Ecclesia Sancti Stefani De Palodio”. Dai dati storici risulta che nel 1228 i parrocchiani furono indicati come “Illi de sancti Stefanum” ossia “quelli di S. Stefano” e si conferma che la parrocchia dipende dal monastero benedettino di San Remigio di Parodi. Si dovrà arrivare al 1496 allorquando Santo Stefano venne unito al monastero carmelitano genovese di Santa Maria di Promontorio detto “degli Angeli”. Sette anni dopo, nel 1503 la parrocchia venne confermata in beneficio dei carmelitani di Santa Maria in Promontorio di Genova. Da quanto sopra si vince che da sempre la parrocchia di Santo Stefano dipende da Genova. La prima visita apostolica risale al 1582 opera di monsignor Francesco Bossi(Bossio), vescovo di Novara, che la confermò come dipendente dai Carmelitani di Genova con il nome di “Pro Parocchiali Sancti Stephani Parodi Carmelit, Genue”. Il prelato dispose: 1. L’istituzione della confraternita del Ss. Sacramento; 2. La posa in opera di un battistero di marmo; 3. e l’ampliamento dell’altare maggiore secondo le prescrizioni canoniche e corredarlo della pietra sacra. Fu sistemato allora il pavimento dove erano sepolti i cadaveri e la recinzione (dell’antico) cimitero con l’imposizione di una croce. Frà Severiano, Carmelitano, era il priore di quel tempo. Le annotazioni nei registri parrocchiali avranno inizio nel 1629. Nel 1652 viene segnalato la visita pastorale del cardinale Stefano Durazzo, arcivescovo di Genova. Nel XVIII secolo, attorno alla parrocchia, viveva una popolazione agricola 210 anime che saliranno a 400 nella seconda metà dell’ottocento.
LAVORI E RISTAURI Nel 1771, il campanile in stile barocco aveva due campane. Nel 1799, viene collocato un nuovo altare maggiore proveniente dalla soppressa chiesa genovese di Santa Maria degli Angeli. Detto altare, posizionato al centro del presbiterio, è a tre fasce in marmi policromi con l’elegante paliotto barocco. Nel 1821, viene aggiunta una terza campana. Nella seconda metà dell’ottocento la chiesa arricchisce il proprio campanile con una quarta campana. Nel 1929, la chiesa fu ampliata aggiungendo le due sacrestia laterali. All’ampliamento hanno contribuito tutti gli abitanti. A conclusione dei lavori di ampliamento e restauro fu celebrato un rito al quale presenziò il cardinale Carlo Dalmazio Minoretti, arcivescovo di Genova. Il 18 giugno del 1943, due delle quattro campagne, il campanone e quella Mariana, furono portate via per necessità di guerra, dalla ditta Broili di Urbino per incarico del governo. Le campane vengono pesate (1200 kg) e viene rilasciata regolare ricevuta. La popolazione, a malincuore, si stacca dalle campane ma accetta con spirito di sacrificio per il bene della patria. Nel 1944, il 3 giugno, le due campane fanno ritorno in Santo Stefano accolte con gioia dai parrocchiani e si fece festa solenne con Santa messa celebrata dal sacerdote Agostino Repetto, nativo della Costa. Era la sua prima Santa messa. Dal 7 agosto al 21 agosto del 1945 si tenne una sacra missione con predicatori missionari provenienti dal convento dei “Cappuccini” di Genova e per quella occasione si piantò la croce come ricordo a Santo Stefano e alla Costa. A S. Stefano ora in cemento e alla Cappella della Costa è stata tolta negli anni. Successivamente, fu in parte restaurato l’interno della Chiesa, purtroppo non sempre mantenendo lo stile dell’epoca, infatti il pavimento era un pavimento alla genovese, con alternanza di piastrelle bianche e nere e alla base delle balaustre dell’altare maggiore era posizionata una lapide con la scritta “ossario antico”. Negli anni 60 fu tinteggiato l’interno della chiesa, purtroppo coprendo gli affreschi delle volte, fu demolito il pulpito che si trovava sul lato sinistro della navata di fronte alla nicchia della Madonna del Carmine.
CHIESA INTERNA Nella navata con volta a botte si trovavano due altari uno a destra dedicato a Sant’Alberto di Sicilia (1240-1307) e quello a sinistra dedicato alla Madonna del Santo Rosario, ivi si trova una bellissima statua marmorea di grande valore. In fondo alla navata, sul lato destro si può notare a mezza altezza una lapide in marmo dedicata alla memoria del canonico Francesco Compareti. (11 maggio 1830 - 18 maggio 1863). Nella parte sottostante, dove ora ci sono due sportelli in legno, c’era il fonte battesimale.
CHIESA ESTERNA E ALTRI EDIFICI La chiesa presenta un apparato esterno con frontone lineare, tetto a doppio piovente, abside semicircolare, campanile barocco e prospetta su un piccolo sagrato chiuso sulla sinistra da una loggia ad arcate che sembra evocare le strutture dell’antica fondazione claustrale. Il prospetto è ornato da un affresco che raffigura il martirio di S. Stefano nel quadrante centrale e da un monofora sagomata nel modulo centrale superiore. L’ultimo restauro che ha portato la chiesa al suo antico splendore risale al 2012-2013 allorquando furono recuperati gli affreschi delle volte e ritinteggiata tutta la navata. La casa canonica annessa alla chiesa sul lato destro fu sede di scuola elementare dal 1834 al 1960 ne testimonianza la lapide di marmo posta sul lato sud della facciata che porta la seguente scritta: Angelo Cataldi sacerdote cappuccino legò il suo ricco patrimonio l’anno 1834 alla fondazione delle scuole rurale. Gli abitanti di Santo Stefano, partecipi di tanta monificienza, rispondendo con unione ammirabile all’ invito dei loro sacerdoti Francesco Compareti e Giuseppe Como 1’ maestro l’anno 1835 questo edificio ad abitazione dell’insegnanti eressero.
CURIOSITÀ Sul lato destro dell’ingresso principale della chiesa si trova una stanza da tutti chiamata “la stanza di Mosè” perché posizionata in alto di fronte all’ingresso si trova una maestosa statua di cartapesta realizzata da Rev. Grosso D. Luigi a perenne memoria e grato riconoscenza nel suo 50° compleanno alla patria dona (7 agosto 1914).
TRADIZIONI Conservata negli anni la tradizione della benedizione dell’acqua di Sant’ Alberto. La reliquia di Sant’Alberto (dal 1652) era conservata nell’antichità in un aspersorio d’argento (negli anni andato smarrito) con il quale veniva Benedetta l’acqua nella giornata della festa e le persone che con devozione si rivolgevano al parroco nei momenti più difficili. La festa della Madonna del Carmelo era celebrata il giorno 8 agosto giorno dopo la festa patronale, negli anni 80 fu spostata alla domenica successiva.
I SACERDOTI L’elenco nominativi dei parroci di S. Stefano da 1582-1884 risultano 39 parroci monaci e non. Frà Severiano, carmelitano, terminato il servizio nel 1582; Antonio Maria Rivara, parroco titolato dal 1719-1721; Don Andrea de Paoli da Valletti fu il primo priore non monaco (1812-1829). Don Giovanni Lasagna era l’ultimo parroco diocesano nel 2002. Con la Convenzione tra la Arcidiocesi di Genova e la Congregazione, in data 23 settembre 2002, le parrocchie di S. Stefano e quella dei Ss. Pietro e Marziano (Bosio) sono state affidate ai Figli di S. Maria Immacolata. Seguirono i parroci:: P. Fausto Bartocci, parroco dal 2002 al 2006 P. Quinto Celli, parroco dal 2006 al 2020 P. Ariel Oco, parroco dal 2020 ad oggi
CAPPELLA DI SANTI ROCCO E SEBASTIANO Cappella sotto la Parrocchia di S. Stefano. Si trova in località Costa, fu costruita nel 1745 come risulta dalla data scolpita nella balaustra in pietra a destra di fronte all’altare anch’esso in pietra e cemento. Dietro all’altare, in alto, nella nicchia si può ammirare la statua in legno di San Rocco. In fondo alla cappella, sopra l’ingresso principale si trova un soppalco in legno al quale si accende da una scala a chiocciola in legno. Si festeggia San Sebastiano il 20 gennaio e San Rocco in 16 agosto.
Abbandonata a se stessa per lungo tempo fu completamente ristrutturata nel 1995-97 grazie alla donazione dei tre sacerdoti nativi del paese: monsignor Carlo Mazzarello parroco a San Giovanni di Pre di Genova, monsignor Agostino Repetto, parroco nella chiesa di San Pietro alla Foce a Genova e Don Cornelio Grosso, canonico di San Lorenzo e parroco della chiesa del Rimedio a Genova, che hanno deciso di finanziare i lavori. L’arredo interno è stato donato dai parrocchiani. Nella facciata che guarda verso il paese ci sono tre affreschi a destra San Sebastiano, a sinistra San Rocco, e al centro Maria Santissima.